martedì 1 marzo 2011

A Silvia

Posta nei commenti la sintesi dei contenuti informativi delle singole strofe della poesia.

Quale poesia?
Eccola:

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.

Buon lavoro

3 commenti:

  1. 1)Il poeta ricorda Silvia ancora viva e giovane

    2)Racconto di come Silvia passava le giornate e delle sue abitudini

    3)Si racconta il rapporto-non rapporto che il Leopardi aveva con Silvia, di come egli passasse le giornate e di come si sporgesse dal balcone per osservare Silvia

    4)Il Leopardi si confronta con il fato e con la natura: rimprovera la loro crudeltà e lo strazio che gli hanno procurato

    5)Racconto della morte di Silvia e di tutto ciò che avrebbe potuto fare se fosse vissuta

    6)Il Leopardi si mette a confronto con Silvia: evidentemente anche lui è morto giovane. Si strugge per tutte le loro speranze dimostratesi illusioni e quasi invidia Silvia per essere morta invece di aver sofferto quanto lui.

    RispondiElimina
  2. 1) Leopardi introduce la vita terrena di Silvia, ricordando che era bellissima, con occhi timidi, ed era alla soglia della giovinezza.
    2) Questa strofa riguarda ancora Silvia in particolar modo la sua vita quotidiana. Le stanze erano allegre per il suo canto, seduta lavorava e trascorreva in questo modo il suo tempo. Era maggio.
    3) Questa strofa riguarda Leopardi. Il poeta descrive la sua vita divisa tra la fatica dello studio e il piacere di sentire Silvia cantare e lavorare al telaio. E’ a casa del padre. Il cielo è sereno e i terreni coltivati. Si sofferma sul proprio stato d’animo: pensieri dolci, speranze e sogni.
    4) E’ una riflessione sul destino. Il poeta è rammaricato per il fato e per la morte prematura della giovane. Delusione delle speranze. Si rivolge alla Natura che inganna e tradisce.
    5) Arriva l’inverno. Silvia muore per malattia. Ricorda i capelli neri, gli occhi innamorati e pieni di pudore.
    6) Muore con Silvia, l’età delle illusioni. Morte e dolore.

    RispondiElimina
  3. Dal componimento emergono quattro figure: Silvia, il poeta, la speranza e la natura. Esse vengono evidenziate all’interno delle sei strofe; in particolare:
    nella prima Leopardi si rivolge a Silvia con un’apostrofe; ricorda la ragazza ancora in vita e nel pieno della sua gioventù, soffermandosi sugli occhi, pieni di allegria e di spensieratezza.
    Nella seconda, si passa alla descrizione della vita quotidiana di Silvia: ella era solita trascorrere le giornate lavorando, cantando, riflettendo sul suo, ancora vago, futuro. Sullo sfondo la luminosa e profumata primavera.
    Parallelamente alla precedente, la terza strofa si sofferma sulla gioventù del poeta, in cui lo studio occupava una parte preponderante del suo tempo e molte delle sue energie. Nei momenti di svago, tuttavia, egli percepiva il piacere evocato dal canto della fanciulla, che sentiva da lontano. Come sfondo un paesaggio naturale.
    E’ nella quarta strofa che il poeta si rende conto di quanto le sue speranze e anche quelle di Silvia siano tanto lontane quanto evanescenti. Segue una seconda apostrofe alla natura, che ha questa volta una sfumatura polemica. Infatti il poeta la incolpa di deludere le aspettative, seppur fragili, degli uomini.
    La quinta strofa corrisponde perfettamente alla prima, ma presenta una tematica capovolta. Precedentemente Silvia veniva raffigurata nel pieno delle sue forze giovanili, ora, è rappresentata la morte della ragazza, provocata dal tifo, contro il quale ha combattuto, ma inutilmente. Cessano perciò tutti i suoi progetti.
    Terminano così, nell’ultima strofa, anche tutte le speranze del Leopardi, che va incontro a una morte spirituale: vede i suoi sogni frantumarsi e la sua giovinezza negatagli.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.