martedì 23 febbraio 2010

Appunti sul discorso indiretto libero e altre tipologie di discorso

Alcune definizioni
1. Il discorso indiretto libero (o erlebte Rede, dal tedesco) è una variante del discorso indiretto che fonde le modalità del discorso diretto e di quello indiretto in una forma ibrida. Esso è discorso indiretto in quanto passa attraverso la mediazione del soggetto riferente che però mantiene stilemi, cioè quegli elementi caratteristici che sono il tratto distintivo dello stile di uno scrittore o di un testo, e strutture grammaticali del discorso diretto. (Wikipedia)
2. È un “discorso rivissuto” in cui il verbo reggente scompare (per esempio “chiese di” oppure “rispose che”), per lasciare che sia la voce del personaggio – di cui si assume direttamente il punto di vista – a parlare. Questo espediente narrativo riproduce la naturalità del parlante, rendendo possibile l’interferenza tra voci diverse e consentendo all’autore di diventare invisibile. (fonte: http://www.letteraturaitalianaonline.com/tiki-index.php?page=Discorso+indiretto+libero)
3. DISCORSO INDIRETTO LIBERO. Riferisce i discorsi di un personaggio, mediante un narratore, senza introdurli con l'ausilio dei verbi dichiarativi.
4. Discorso indiretto
a) discorso indiretto: al contrario del discorso diretto non comunica pensieri e parole direttamente, ma in forma, appunto indiretta.
Prendiamo la frase di prima.
Alessandro disse: “Non c’è neve sulle piste da sci” (discorso diretto)
Alessandro le disse che non c’era neve sulle piste da sci. (discorso indiretto)
b) discorso indiretto legato: quando è introdotto dal verbo 'dire' o da un suo sinonimo.
c) discorso indiretto libero: quando manca il verbo 'dire' o un suo sinonimo. In tal caso diventa a volte piuttosto difficile individuare l'inizio del discorso, cioè quando il narratore passa da una focalizzazione esterna ad una focalizzazione interna al personaggio.
Fonte: http://spazioinwind.libero.it/terzotriennio/letterat/discorso.htm



Il discorso indiretto libero in Giovanni Verga [modifica]
Il discorso indiretto libero in Mastro Don Gesualdo [modifica]
Nel monologo interiore al capitolo IV di Mastro-don Gesualdo, dove Gesualdo rievoca la sua storia, vi è un esempio molto rappresentativo di discorso indiretto libero: "Egli invece non aveva sonno. Si sentiva allargare il cuore. Gli venivano tanti ricordi piacevoli. Ne aveva portate delle pietre sulle spalle, prima di fabbricare quel magazzino! E ne aveva passati dei giorni senza pane, prima di possedere tutta quella roba!".[11]
In questa parte del testo, fino a "gli venivano tanti ricordi piacevoli", il discorso è del narratore che descrive, rimanendo all'esterno, lo stato d'animo di Gesualdo, mentre subito dopo inizia, pronunciato mentalmente, il discorso del personaggio con un passaggio che non si avverte ed che è talmente vicino al discorso diretto da conservarne tutte le sfumature e i modi di dire caratteristici del personaggio.
Il discorso indiretto libero in I Malavoglia [modifica]
Ne I Malavoglia il discorso indiretto libero riferisce non solo i discorsi di singoli personaggi ma anche parole di un imprecisato parlante, che coincide con la collettività del paese, con gli occhi del quale sono visti i fatti.
Nel III capitolo si legge: "Dopo la mezzanotte il vento s'era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i gatti del paese (... ). Il mare si udiva muggire attorno ai faraglioni, che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di sant'Alfio... ", dove è evidente che il discorso non fa altro che riprodurre il tipico modo di esprimersi dei pescatori di Aci Trezza e che non è un solo personaggio che parla.
Le parole riportate sono infatti quelle della collettività e non di un preciso personaggio, per cui la "voce" che racconta non è quella dell'autore esterno ai fatti con la sua cultura e il suo linguaggio, ma una voce popolare interna al mondo rappresentato, in cui l'autore scompare.
Mentre nei Malavoglia è difficile certe volte stabilire se il discorso appartiene al narratore o ad un personaggio, questo non avviene nel discorso indiretto libero "ortodosso" dove risulta evidente che viene riportato un discorso preciso, pronunciato o pensato da un particolare personaggio, riuscendo così a distinguere dove questo ha inizio e dove termina il discorso del narratore.
Nei Malavoglia pertanto la confusione tra narratore e personaggi serve a far risaltare che il narratore è all'interno del mondo rappresentato rendendo così maggiormente evidente che quella realtà "si racconti da sé".
Il discorso indiretto libero è uno strumento narrativo diffusissimo nell'area del romanzo otto-novecentesco e viene pertanto a costituire una struttura alternativa rispetto al discorso diretto o indiretto, che ha lo scopo di rendere più vivace lo stile.

Esempi di discorso indiretto libero: “Si ricordava ancora che aspetto avesse il mondo? Sì, certo aveva tanti bei ricordi del tempo in cui ci vedeva.” E’ la trasposizione in indiretto libero delle frasi, pronunciate dallo stesso narratore-protagonista e dal suo interlocutore, il ragazzo cieco, “Ti ricordi ancora che aspetto ha il mondo? Sì, certo, ho tanti bei ricordi del tempo in cui ci vedevo”.
Fonte:
ssg.unifi.it%2Fdip%2Fmateriali%2F2320%2Flezione%25207B.doc&ei=Z5VoS6CvEKPcmgPhvY23Bg&usg=AFQjCNHIOKvt5t6nmZlC_0aG5lVXZKnytg&sig2=JwMmMe60Ys_iFByIedU9Vg

5 commenti:

  1. Commento per presa visione e la ringrazio.
    Fantastico gadget.

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  2. Ooh, finalmente! Comunque grazie... Ma a cosa diamine dovrebbe servire il suo stupendo "gadget"?

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  3. Conta i giorni, le ore, i minuti e i secondi che mancano alla fine della scuola. Se serva o meno sta a voi giudicare. Io lo vedo più come un dato oggettivo

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  4. Anche lei prof. ha voglia di vacanze?

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  5. ...io non vedo l'ora che i numeri su quell' orologio si azzerino!!

    il file mi è stato molto utile. Grazie

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