martedì 22 febbraio 2011

Postate qui i vostri articoli

Ecco le consegne:

Tortona, 27 gennaio 2010

Compito in classe di Italiano

Tipologia testuale: articolo di cronaca

Tracce: 1. Tunisia 2. Open day al Liceo Peano 3. Incidente stradale

Destinazione editoriale: ___________________________________________(libera scelta)

Occhiello:

Titolo:

Sommario:

N.B.: ricordati di riportare sul foglio protocollo, come intestazione, le indicazioni che trovi qui sopra nel riquadro

Traccia 1: la situazione in Tunisia

1. Il fatto del giorno: la fuga di Ben Ali: dando conto delle 5 W informa il tuo lettore su questo episodio.

2. Ulteriori aspetti che vanno trattati (gli ultimi 2 sono in alternativa), nell'ordine che ti sembrerà più efficace:

  • il quadro storico e politico che ha caratterizzato la Tunisia negli ultimi 20 anni o dalla decolonizzazione ad oggi:

  • (opzione 1) gli sviluppi possibili della vicenda tunisina;

  • (opzione 2) gli episodi simili che stanno caratterizzando l'area mediterranea

Traccia 2: Open day al Liceo Peano

Scrivi un articolo sulla giornata di scuola aperta che si è tenuta domenica 23 gennaio 2011. Ricordati di formulare un titolo adeguato e di rispettare la regola delle cinque W.

Traccia 3: incidente stradale

Scrivi un articolo sul fatto di cronaca di cui trovi i dati nella tabella qui di seguito riportata. Ricordati di formulare un titolo adeguato e di rispettare la regola delle cinque W. Ecco i dati dell'episodio

sabato ore 2.15

strada statale verona-lago di Garda

incidente 1 moto/2 auto

moto: ragazzo 24 anni e ragazza 18

auto famiglia madre padre neonato

auto 5 ragazzi 20 anni circa

3 feriti (moto e mamma passeggero)

soccorsi immediati

ospedale verona

indagini in corso


Buon lavoro

14 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Tipologia testuale: articolo di cronaca
    Traccia 3: incidente stradale
    Destinazione editoriale: La Repubblica

    Tre feriti sulla strada per Busalla
    Incidenti tra ragazzi: quando finiranno?
    L’ennesimo sabato di paura per l’alcool

    Una festa di compleanno per i diciott’anni, un paio di drink di troppo e una moto sono i pochi ingredienti necessari per un mix fatale. Un ragazzo, appena compie la maggiore età, prova quella sensazione di libertà tanto attesa per tutta l’adolescenza: il non dipendere più dai genitori, la possibilità di prendere una patente e, quindi, di guidare un’autovettura. E’ un giorno che accade soltanto una volta nella vita e deve essere memorabile. Ma, per un ragazzo, cosa vuol dire memorabile? Alcool, amici e follie. Proprio come la vicenda di cui Giulia è stata la protagonista. “Doveva essere il giorno più bello della mia vita” – afferma Giulia Bianchi dopo l’incidente avvenuto nella notte del 22 gennaio.
    Per festeggiare i suoi diciott’anni, la ragazza, aveva deciso di recarsi, insieme al suo ragazzo Fabio di ventiquattro anni e a tre amici di vent’anni circa, a Genova, la sua città natale. Ma, finita la festa, la vita di quei cinque ragazzi e di una famiglia è stata sconvolta. Sulla strada per Busalla, alle 2.15, i giovani hanno avuto un incidente con una famiglia che tornava da un sabato trascorso al mare. L’auto contenente i cinque ragazzi non ha subito molti danni; Giulia se l’è cavata con pochi graffi, mentre Fabio è in condizioni gravi all’ospedale di Busalla e gli altri tre passeggeri sono rimasti illesi. Per quanto riguarda la famiglia soltanto la madre ha riportato fratture multiple del bacino, mentre il neonato e il padre non hanno riportato ferite. Quest’ultimo dopo l’incidente ha chiamato immediatamente i soccorsi: il loro intervento è stato repentino e anche le persone rimaste incolumi sono state ricoverate all’ospedale di Busalla per ulteriori accertamenti. Il tasso alcolico dei ragazzi è risultato superiore alla norma consentita e, molto probabilmente, il guidatore dovrà subire un processo per reato di guida in stato d’ebbrezza. Le indagini dei Carabinieri e della Polizia stradale sono ancora in corso, poiché non è ancora chiara la dinamica dell’incidente.
    Doveva essere un giorno memorabile ma si è concluso in tragedia. L’alcool continua a mietere vittime e, i giovani, sono sempre alla ricerca del cosiddetto “sballo”. La storia di Giulia si è conclusa senza morti, ma solo con dei feriti. E la prossima? Chi saranno i protagonisti? Nessuno può saperlo, ma, forse un giorno, qualcuno di loro capirà e quando noterà un amico bere troppo gli dirà: “Basta!”.

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  3. Traccia 1
    O: Individuata la probabile meta di Bel Alì: L’Arabia Saudita
    T: Fugge Ben Alì e il “virus tunisino” si diffonde
    S: Dopo la fuga dell’ex presidente le rivolte non si fermano
    E’ il 1979. L’Ayatollah Khomeini diventa guida suprema dell’Iran; a marzo dello stesso anno, il primo ministro egiziano, Sadat, firma negli Stati Uniti trattati di pace con Israele. L’Europa acquista contemporaneamente un nemico e un amico.
    La fuga di Ben Alì, ex presidente della Tunisia, avvenuta ieri pomeriggio, ha scosso la folla dei protestanti. Le rivolte non si sono placate: a Tunisi molti giovani sono scesi in piazza per chiedere l’espulsione di tutti i protagonisti del ventennale regime. “RCD out” è la scritta che ormai si legge quasi ovunque nella capitale. Infatti l’RCD, la creatura del dittatore, deve essere eliminata alla radice: a partire dagli uomini più fedeli al regime.
    Il cuore della rivoluzione non è certamente la capitale dello stato, ma un paese distante da questa pochi chilometri. Un paese abbandonato a se stesso, dove la maggior parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà: è il paese di Mohammed. Circa tre settimane fa, il giovane si era diretto verso Tunisi per lavoro. Si stava dedicando alla vendita di frutta e verdura, quando, dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine, esse pretesero di essere pagate in denaro. Il ragazzo, colto da un attacco di ira, dopo aver trovato una tanica di benzina, si diede fuoco davanti alla sede del governo. Morì due settimane dopo, tra atroci sofferenze. “Sono molto fiera di mio figlio. Sebbene si sia suicidato, sono sicura di questo: Hallah capirà”. Ecco le parole toccanti e commoventi della madre di Mohammed. Mohammed è la scintilla che ha acceso la rivolta e, a testimonianza di ciò, il paese ha appeso davanti alla statua in onore dell’ex dittatore, la foto del giovane.
    “Non è la rivolta del pane, è la rivoluzione dei gelsomini”. E’ riduttivo pensare che questi moti rivoluzionari si siano accesi solamente per un fattore di tipo economico; cioè l’aumento dei prezzi sui beni di prima necessità. Vi è infatti una ragione più profonda. Il popolo richiede libertà, una libertà negata ormai da tanto tempo: dalla colonizzazione francese, al regime di Ben Alì, lo stato ha vissuto nella repressione totale dei diritti fondamentali.
    Il “virus tunisino” si è propagato: in Algeria, Libia, Egitto la paura della diffusione di quest’ultimo è molto alta. Il dittatore egiziano Mubarack, convocato il consiglio di sicurezza nazionale, ha trovato di scarsa rilevanza i nuovi focolai di rivolta; mentre un esponente dell’Amnesty Internetional non ha escluso il rischio del contagio.
    Ora la situazione potrebbe diventare critica: se le insurrezioni che stanno coinvolgendo tutto il Maghreb, portassero all’istituzione della democrazia in Egitto, Tunisia, Algeria, probabilmente l’Europa e gli Stati Uniti si troverebbero ad affrontare delle nuove teocrazie islamiche.

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  4. Destinazione editoriale: Corriere della Sera

    Occhiello: Il Primo Ministro tunisino si rifugia in Arabia Saudita
    Titolo: Precipitosa fuga di Ben Ali
    Sommario: “La rivolta del pane” infiamma Tunisi

    Nel 1987 il Primo Ministro della Tunisia Ben Ali instaurava un regime non democratico, che sarebbe durato incontrastato per ventiquattro anni. Fino a ieri, quando una precipitosa fuga quanto inaspettata fuga ha posto fine alla carriera politica del leader tunisino. Sono passati tre giorni dall’inizio delle manifestazioni e la “Rivolta del pane, come è stata chiamata, ha raggiunto un importante traguardo.
    A dar il via alla sollevazione popolare è stato l’uomo che il 18 Dicembre si è dato fuoco per protestare contro la miseria dilagante in Tunisia: un gesto estremo e dalle conseguenze, se possibile, ancora più estreme. Il 5 Gennaio l’uomo muore e non passa una settimana che la rivolta infiamma tutta Tunisi: il 6 Gennaio un civile si impicca e l’8 un altro si dà fuoco. E’ il caos. I Tunisini scendono in piazza chiedendo più sicurezza e meno povertà, il vero flagello di Tunisi che costringe centinaia di persone a morire di fame. In modo troppo superficiale i media mondiali conferiscono a questi fatti il nome di “rivolta del pane”, immaginando che le richieste dei Tunisini siano esclusivamente economiche; ma hanno torto. Ben presto la situazione assume proporzione sempre più grandi: i rivoltosi aumentano e cominciano a chiedere più libertà per la Tunisia. Ben Ali cerca quindi di placare la folla: fa promesse, come quella di abolire il ministero dell’Informazione, sinonimo da anni del più importante organo censorio della Tunisia, e toglie i blocchi per l’accesso alla rete internet. Tutto, però, è inutile: la rivolta non si ferma. Un migliaio di persone si riuniscono davanti all’ufficio del Primo Ministro tunisino per chiederne le dimissioni.
    Intanto, una marea di messaggi ed informazioni si riversano nella rete ed i ragazzi organizzano le manifestazioni. Si sparge anche la voce che le bande che da giorni saccheggiano Tunisi siano comandate dal governo e la completa impassibilità dell’esercito nei loro confronti sembra confermarlo.
    La tensione, quindi, aumenta fino a costringere Ben Ali alla fuga a bordo di un aereo privato. Fonti certe smentiscono le voci secondo le quali si sarebbe rifugiato in Italia o in Francia: Ben Ali è in Arabia Saudita con la moglie, mentre le figlie sono effettivamente a Parigi, alloggiate a Disneyland Paris.
    Nel frattempo a Tunisi si festeggia questa prima vittoria, ma si pensa al futuro non senza una certa preoccupazione: mentre l’ipotesi di un colpo militare si fa sempre più improbabile, il compito, che sarà probabilmente affidato a Mohammed Ghannouchi, premier di transizione, di formare un governo provvisorio, si prospetta assai arduo. Dovrà tenere conto delle nuove forze rivoluzionarie, certo, facendole però convivere, facendole però convivere, almeno temporaneamente, con il resti del vecchio regime. E tutto questo mentre ancora incombe il timore della presta di potere da parte degli estremisti islamici.
    Quel che è certo è che non è più “la rivolta del pane”, ma “la rivoluzione del gelsomini”, perché ne sono stati l’anima indiscutibile i giovani, forti delle loro nuove tecnologie, della loro speranza per un Paese migliore. E’ stata la rivoluzione del nuovo che abbatte il vecchio e queste idee di cambiamento dalle strade di Tunisi viaggiano veloci di computer in computer, da persona a persona, da stato in stato, inarrestabili.

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  5. Traccia tre 8,50


    Quando per una volta gli alcolici non hanno colpe

    SANGUE ALL “INCROCIO DELLA MORTE”

    Il comune di Verona è minacciato di denuncia

    “Incrocio della morte”, è il soprannome che gli abitanti della zona hanno dato a un incrocio sulla statale di Verona, dove alle 2.15 di sabato notte, si è verificato un grave incidente, che ha visto coinvolte due auto e una moto.
    I tre mezzi, sopraggiungendo al fatidico incrocio nello stesso mentre, non hanno avuto modo di evitare il disastro. Le condizioni metereologiche erano pessime, con una fitta nebbia che non permetteva la visuale a un metro di distanza. L’impatto è stato micidiale. I due motociclisti, un ragazzo e un ragazza, rispettivamente di 24 e di 18 anni, sono feriti gravemente e ora ricoverati al policlinico di Verona. “Ho visto i due corpi volare in aria, e poi precipitare al suolo, per questo non ho esitato a chiamare i soccorsi”. Testimonia uno dei ragazzi a bordo di una vettura coinvolta nel disastro. Nessun dei cinque giovani ventenni, che tornavano da una festa tra amici, ha riportato lesioni. In gravi condizioni versa invece la madre a bordo dell’altra auto; il marito e il figlio neonato, non hanno riportato ferite. Tutti i mezzi sono andati completamente distrutti.
    Gli esami dimostrano che nessuno dei tre conducenti si trovava in stato di ebrezza. La causa dell’accaduto, no essendo imputabile all’alcohol, può trovare un fattore importante nella variabile metereoligica; ma non solo. Numerosi sono gli incidenti verificatisi presso questo incrocio, anche in pieno giorno.
    Per questa ragione, il marito della donna ferita, ha minacciato il comune di Verona di presentare denuncia se non avessero immediatamente dato inizio a lavori utili a mettere in sicurezza l’incrocio in questione, da lui definiti “pericoloso” e “indecente”. Il comune ha replicato dicendo di aver già dato ordine di iniziare i lavori.
    Questo accaduto, che non è l’unico esempio di incidente stradale avvenuto per colpe esterne alla responsabilità del singolo cittadino, vuole essere un monito per tutti coloro che si mettono alla guida e vorrebbe far riflettere chi di dovere, a provvedere alla messa in sicurezza delle strade, e fare il possibile perché simili accaduti non si ripetano.

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  6. Quotidiano nazionale”La Stampa”

    Serata infernale sulle strade del Veneto.
    Sabato da incubo per un incidente stradale nei pressi di Verona.

    Si vedono ancora le tracce di una frenata sull’asfalto, pezzi di vetro dei finestrini e lamiere.
    E’ stato un sabato sera da dimenticare sul tratto di strada tra Verona e il lago di Garda, all’uscita del parco di divertimenti “Gardaland”.
    Nel tamponamento a catena sono rimaste coinvolte una moto, su cui viaggiavano un ragazzo di 24 anni e una ragazza di 18, un’auto con a bordo cinque ragazzi che tornavano da una discoteca e quella di una famiglia, padre, madre ed un neonato che stavano tornando a casa.
    La dinamica dell’incidente non è ancora chiara ma sembra che l’auto dei ragazzi sia sbucata all’improvviso ad alta velocità da una curva. Proprio in quel momento, nel senso opposto viaggiava l’auto della famigliola; il conducente ha tentato di frenare,ma le gomme sono scivolate a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia. L’auto, uscendo di strada, ha travolto la moto con a bordo i due giovani, che stava sopraggiungendo.
    Altri automobilisti di passaggio si sono fermati e, intuendo la gravità della situazione, hanno subito chiamato i soccorsi e la polizia.
    I feriti, il conducente, la passeggera della moto e la donna che viaggiava sull’auto, sono stati ricoverati per accertamenti in una clinica di Verona . Si è saputo che le loro condizioni non sono gravi: solo qualche ferita superficiale e molto spavento.
    I giovani coinvolti, che sono risultati positivi all’alcool test e sottogli effetti della droga, un mix che è all’origine dell’incidente, sono stati momentaneamente trattenuti in stato di fermo.
    Le indagini comunque continuano e sono stati ascoltati i testimoni per ricostruire l’esatta dinamica.
    Tutto è bene quel che finisce bene, ma è possibile che un tranquillo sabato sera si debba sempre più spesso trasformare in un incubo a causa della velocità, della droga e dell’abuso di alcool?
    Il percorso da compiere per la prevenzione dell’uso di alcool e stupefacenti tra i giovani e per l’educazione alla sicurezza stradale sembra ancora piuttosto lungo.

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  7. TRACCIA 3.
    Ancora feriti sulla statale per Villafranca
    Tra i feriti anche un neonato

    La scorsa notte vigili del fuoco, ambulanza e polizia si sono recati tempestivamente all'incrocio con la strada provinciale per soccorrere i feriti, tra cui anche un neonato. due automobili e una moto si sono scontrate provocando un incendio e lunghe code; la dinamica dell'incidente è ancora incerta e si attende la perizia della stradale.[parte eliminata]

    erano circa le due e un quarto di notte quano i veicoli guidati da Marco A. , Luca D. e da Francesco R. si sono scontrate. le vittime dell'incidente sono state immediatamente portate all'ospedale di Verona. quattro è il numero di feriti gravi; i passeggeri della moto, un ragazzo di 24 anni e una ragazza di 18 sono stati ricoverati d'urgenza insieme ad una donna di 40 anni e un ragazzo di 20 a causa di gravi ustioni molto estese dovute all'incendio delle vetture. gli altri passeggeri hanno subito ferite superficiali; tra questi anche un neonato, che miracolosamente si è salvato dal violentissimo impatto. ora sta alle forze dell'ordine accertare le dinamiche dell'incidente , molto probabilmente causato dalla velocità eccessiva. [parte eliminata]

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  8. "Il corriere della sera"
    Sabato notte infernale per alcuni ragazzi e una famiglia milanese.
    INCIDENTE SULL'AUTOSTRADA PER MILANO:COINVOLTE DUE MACCHINE E UNA MOTO.
    Incidente che sfiora la tragedia. Non ci sono morti.

    Milano-Sabato notte,verso le due e un quarto,è avvenuto un incidente tra una moto e due auto,che stavano attraversando l'autostrada per Milano.
    Una moto,con a bordo due ragazzi,sbandando contro il guardrail,ha provocato la collisione tra due auto,rispettivamente occupate da una famiglia e tre ragazzi.
    I soccorsi sono stati immediati e,nonostante il forte impatto,il bilancio è di un ferito lieve e due gravi(i ragazzi in moto),entrambi ricoverati al policlinico di Milano.
    "Mentre stavo guidando,con la coda dell'occhio ho visto una forte collisione tra due auto,e c'erano due ragazzi a terra,probabilmente sbalzati da una moto vicina al guardrail;la scena era impressionante";questa è la testimonianza di Giulio Rossi,un uomo che stava guidando nell'altro corsia.
    Ora si sono aperte le indagini sullo stato di salute dei ragazzi,poichè si sospetta che abbiano assunto droghe o che fossero in stato di ubriachezza. Infatti questi sono i motivi che spesso provocano incidenti,talvolta mortali.

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  9. Traccia 3
    Destinazione editoriale: giornale locale.
    Occhiello: Incidente sulla strada statale Verona - lago di Garda.
    Titolo: Un altro sabato sera di paura, ma a lieto fine.
    Sommario: Dieci persone coinvolte tra cui un neonato.

    Una famiglia di ritorno da Verona, due ragazzi felici dopo una bella giornata sul lago di Garda e cinque giovani ubriachi. Sono queste le persone coinvolte nell’incidente avvenuto sabato notte alle ore 2.15.
    E’ accaduto infatti che lungo la strada statale Verona – lago di Garda, cinque ragazzi di età compresa tra i diciotto e i vent’anni tornavano a casa ubriachi dopo una serata passata in un locale nei pressi del lago di Garda. L’auto, che viaggiava ad alta velocità, stava sorpassando una moto, quando si è scontrata con un’altra macchina che avanzava nella corsia opposta. All’interno dei veicolo una famiglia composta da padre, madre e neonato stava tornando a casa da una vacanza trascorsa a Verona. “Sapevamo che sarebbe stato rischioso mettersi in viaggio a quell’ora del sabato, ma il bambino non si sentiva bene e volevamo solo tornare a casa.” Queste sono le parole del padre del piccolo che non ha subito danni. La madre, avendo riportato gravi lesioni all’addome, è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale di Verona. Nessun ferito invece tra i cinque ragazzi. Nell’incidente è stata coinvolta anche la moto in quanto, per evitare lo scontro, è andata fuori strada. Feriti entrambi i ragazzi di ventiquattro e diciotto anni. Grazie all’intervento immediato dei soccorsi, ora le condizioni delle persone ricoverate sono stabili. Per i responsabili dell’incidente si prevede un processo per direttissima.
    Nonostante la prevenzione dello stato per limitare gli incidenti, la maggior parte degli scontri sulle strade avviene a causa dell’alcool. Il consiglio di guidare sobri viene spesso trascurato, e per una piccola dimenticanza un felice sabato sera può trasformarsi in tragedia.

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  10. Destinazione editoriale: La Stampa
    Titolo: Ben Ali in fuga

    Ieri, il primo ministro della Tunisia Ben Alì è fuggito in seguito alla “rivolta del pane” e fonti piuttosto certe affermano che si è rifugiato in Arabia Saudita.
    Questo gesto è stata la conseguenza di una serie di rivolte iniziate il 17 gennaio che hanno come protagonista una popolazione esasperata dal tasso di disoccupazione in aumento e che sfiora il 35%, incoraggiata per anni ad emigrare verso un’Europa dove attualmente si sono ridotte le prospettive.
    Quella della Tunisia, infatti, è una realtà economica piuttosto critica, nella quale il dispotismo politico di un governo corrotto non è riuscito a trovare soluzioni adeguate.
    Fin dal 1987, ovvero da quando Ben Alì è salito al potere, la Tunisia è sempre stata una Repubblica presidenziale non democratica.
    Ora che il capo dello stato è fuggito ci sarà la necessità di instaurare un governo provvisorio, anche se molti fedeli al regime sono ancora al potere.
    Questa critica situazione, però, è presente anche in altri paesi del Mediterraneo: in Algeria con Bouteflika e in Egitto con Mubarak.
    Segnali di rivolta si registrano al Cairo, dove 25mila manifestanti si sono riuniti il 25 gennaio in piazza Tahrir per protestare contro la carenza di lavoro e le misure repressive del governo. La polizia ha anche dovuto ricorrere all’uso di lacrimogeni ed idranti per placare la folla.
    La Tunisia è nel caos e a testimonianza di una difficile realtà politica ci sono le dichiarazioni degli italiani che stanno rientrando in massa da Tunisi. Un parrucchiere romano, intervistato subito dopo il suo arrivo a Roma, ha dichiarato: “Laggiù non si può più restare, ci sono bande che saccheggiano e devastano”.
    La rivolta quindi non è cessata neppure con la fuga di Ben Alì, l’opposizione, cioè il partito democratico progressista, chiede un governo di unità nazionale e nel contempo si teme in un paese musulmano- sunnita, ma laico, “un’apertura” al fondamentalismo.

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  11. Il primo ministro tunisino si rifugia in Arabia

    FUGA DI BEN ALì. E ORA?

    Caos nel paese. Contagiato l'Egitto. Clinton: sotto controllo

    E' successo. L'aereo con a bordo il primo ministro tunisino Ben Alì è decollato ieri nel primo pomeriggio dall'aereoporto di Tunisi.

    Secondo le prime ipotesi si sarebbe rifugiato in francia o in Italia, ma ora si sa che l'aereo è atterrato in Arabia Saudita, dove il primo ministro è stato accolto. Questa fuga è l'estrema conseguenza della rivolta della popolazione della Tunisia che ha avuto inizio quando, circa a metà dicembre, un ragazzo si è dato fuoco davanti al parlamento.
    Le vere cause della protesta, quelle profonde, sono disparità sociale, stipendi troppo bassi e aumento del prezzo del pane. Ecco cos'ha dato inizio alla "Rivolta del pane". Migliaia di giovani sono scesi in piazza, per le strade. Le forze armate sono subito intervenute, aumentando l'ira dei cittadini. I risultati di questi scontri sono decine di morti e numerosi feriti. Era inevitabile. Dopotutto cosa ci si può aspettare da un paese in cui dall'87 è in carica un regime dittatoriale non democratico? E dopo giorni e giorni di orrore e paura il primo ministro ha scelto la strada della fuga, abbandonando la Tunisia al suo destino. La moglie, prima di partire, ha ritirato i suoi capitali in pezzi d'oro dalle banche tunisine.
    Intanto peggiora la situazione degli stati vicini e di quelli con condizioni sociali ed economiche simili a quelle della Tunisia. Si teme il contagio. Anzi, il contagio è già avvenuto in Egitto. Slogan minacciosi nei confronti del capo del governo Mubarak riecheggiano per le piazze e, soprattutto, sui social network Facebook e Twitter. Il passaparola avviene così e i giovani sono informati. E così anche in Egitto sono cominciati gli scontri, con migliaia di civili contro le forze di polizia, lacrimogeni e idranti. Anche nel paese dei faraoni la situazione è come quella della Tunisia: da trent'anni governa il paese un regime non democratico e i problemi sono sempre gli stessi.
    Ora viene spontaneo chiedersi che partito abbiano preso gli USA, una delle maggiori forze mondiali. Gli Stati Uniti hanno sempre appoggiato i leader nord africani, soprattutto Mubarak. Hillary Clinton dichiara che la situazione in Tunisia è sotto controllo.
    Ma come può essere sotto controllo la situazione in un paese dove il capo del governo è scappato, lasciando il comando ad un partito (RCD) malvisto dalla popolazione e privo di guida?

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  13. Voto: 8.50
    Traccia 1
    Destinazione editoriale: Corriere della Sera

    O: Quel misterioso << No >> di Parigi
    T: Ben Alì fugge a Gedda
    S: Dopo ore di incertezze e il << giallo >> di Cagliari Al-Arabiya chiarisce la situazione

    “Per le eccezionali condizioni in cui versa la Tunisia, l’Arabia Saudita è felice di comunicarvi che Zin el-Abidine Ben Alì risiede ora qui in asilo politico”.
    Così si apre il comunicato arabo di ieri pomeriggio; ascolti alle stelle in tutto il Maghreb.
    Secondo l’art. 56 della Costituzione Tunisina, Ben Alì ha lasciato la presidenza del paese << per motivi provvisori >> e secondo quanto riporta l’art. 57 il potere verrà ceduto al presidente del parlamento Moobaza, che sarà incaricato di costituire un governo ad interim.

    Ben Alì, che era a capo del paese dal 1987, era stato rieletto per la quinta volta nell’ottobre 2009.
    La Tunisia ha passato vent’anni di assolutismo con al potere il partito di Ben Alì, l’RCD (Raggruppamento per la cultura e democrazia).
    << La chiusura di ogni spazio d’espressione non lascia che la strada e la rivolta come mezzi di contestazione. >> -dice un esponente dell’opposizione- << Qualunque sia l’esito di queste proteste, avranno comunque favorito il rafforzamento della resistenza cittadina e dato un messaggio al governo, che di fronte alla misera che dilaga, è capace di offrire solo corruzione e violenza >>.
    Ben Alì, che ora si trova a Gedda (con moglie e figli secondo alcune fonti non ufficiali), non può emettere comunicati né fare politica.
    Il viaggio aereo di Ben Alì è stato per alcune ore avvolto nel mistero, coinvolgendo anche il nostro paese. Ancora non del tutto limpida la sequenza di avvenimenti di venerdì sera in Sardegna.
    Alle 23 due jet privati avevano richiesto un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Cagliari per un rifornimento di benzina. Uno di questi, un Falcon, è rimasto per qualche ora ed è poi ripartito a notte inoltrata. Entrambi avevano fatto domanda per ripartire alla volta di Parigi, ma sembra che questa abbia negato l’autorizzazione ancor prima che fosse accertata l’identità dei passeggeri. Fonti non confermate hanno affermato che Ben Alì fosse tra quelli a bordo, poi dei controlli ufficiali hanno smentito. Accertata la presenza di una hostess e uno steward francesi e di alcuni parenti del presidente tunisino; tra questi, la moglie.
    Quest’ultima, Leila Trasbenei, aveva già cercato di fuggire imbarcandosi con le figlie in un volo diretto a Lione, che però non era decollato dal momento che si era venuti a conoscenza della loro presenza.
    Leila sospettava che potesse esserci un “golpe”, ipotesi ancora non del tutto scongiurata. Prima della partenza si era preoccupata di portare via dalle banche 1,5 tonnellate di lingotti d’oro, per un totale di 4,5 milioni di euro. Non è la prima a pensare al “tesoro” in momenti del genere. Prima di lei, Suha Arafat, moglie del leader dell’OLP, da quando avevano rispettivamente 27 e 61 anni; alla morte del marito aveva preso possesso delle sue ricchezze. E ancora, Raghad, figlia di Saddam Hussein; Michelle Bennet, moglie dell’ex dittatore haitiano Duvalier; Imelda Marcos, moglie dello storico governatore delle Filippine Ferdinand Marcos dal 1965 al 1968, che aveva approfittato dei 4 miliardi rubati allo Stato dal marito e se ne era tenuti buona parte durante la restituzione del denaro del 1998 dalla Svizzera a Manila, consegnando “solo” 600 milioni di euro.
    Nel disordine generale, Leila fugge col tesoro, mentre il popolo continua a urlare, la polizia a sparare, i manifestanti a morire. L’intifada del pane non è finita.
    16 gennaio 2011

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